Addio ai diamanti falsi con le cryptovalute

La notizia è certa: d’ora in poi i diamanti falsi hanno vita breve. E questo per merito (o colpa, dipende dai punti di vista) della tanto chiacchierata blockchain.

La nuova tecnologia sarà in grado di distinguere i diamanti naturali da quelli creati in laboratorio – con un margine di errore dello 0,1%. Le crypto garantiranno dunque la trasparenza nell’industria dei preziosi, a prescindere dal numero di carati.

Il futuro dei diamanti è crypto

La blockchain consentirà di rintracciare l’origine dei diamanti e verificarne l’autenticità, in modo da stabilire se la provenienza del prezioso sia più o meno lecita (ovvero da zone senza conflitti). Si potrà risalire anche alle caratteristiche del diamante stesso, in modo da valutarne origine, purezza e colore.

Oggi più che mai il mercato dei diamanti è sempre più esigente sulle questioni tracciabilità e trasparenza. Perché quando la fiducia viene a mancare, è quasi impossibile concludere la vendita di un gioiello – soprattutto se si tratta di un diamante – e questo i commercianti lo sanno bene.

Fortunatamente, le grandi società che trattano pietre preziose hanno fatto passi da gigante su questo fronte. Il 99% delle pietre oggi è venduto dai membri del Kimberley process, il sistema di certificazione creato nel 2003 sotto il patrocinio delle Nazioni Unite e supportato da 81 Stati. Questo per impedire che la vendita di diamanti potesse finanziare eventuali conflitti nel mondo.

Purtroppo però le piccole e medie imprese – inclusi i piccoli commercianti – non riescono a garantire l’autenticità dei loro preziosi, a causa delle loro esigue risorse. Ecco perché le crypto oggi hanno un ruolo così importante nell’industria dei gioielli. La blockchain permette anche ai player più piccoli di avere un registro digitale in grado di verificare l’integrità dei diamanti, la provenienza, le caratteristiche e le qualità – compresi i passaggi di proprietà.

La blockchain N° 1 dei diamanti è lei

Si chiama Tracr, ed è la blockchain ideata da De Beers Group, leader mondiale nel settore dei diamanti. In questo momento è utilizzata anche dal suo principale competitor russo Alrosa e dai grandi retailer Signet e Chow Tai Fook.

La società di crypto è stata fondata nel 2018, e sin dall’inizio si è dimostrata all’altezza della sua missione. Tanto da indurre De Beers a voler tracciare e verificare ogni suo diamante su questa rivoluzionaria piattaforma hi tech.

Si prevedono tempi cupi per i disonesti, e chi lavora in questo settore sa bene che basta un diamante fasullo per poter chiudere bottega per sempre.

Come smascherare i diamanti sintetici

I diamanti sintetici restano dunque l’unica vera minaccia di questo mercato, dato che spesso vengono spacciati e venduti per veri. Molti di essi si mimetizzano alla perfezione tra quelli autentici, e non possono essere smascherati con i tradizionali sistemi di identificazione. Vengono tranquillamente venduti senza applicare la dovuta regolamentazione, e a prezzi decisamente troppo alti.

Per fortuna oggi, grazie alla tecnologia, è possibile riconoscerli grazie a una serie di apparecchiature a basso costo – ancora poco conosciute nel mercato. Si tratta di un’incisione sui diamanti, che non ne intacca il valore, con una D in caso di diamanti naturali e con la sigla LB (lab-grown) per quelli sintetici. Una proposta che ha fatto discutere molto, ma la sola incisione da sola non basta.

Saranno piuttosto le crypto a fare la differenza e a garantire l’autenticità delle pietre preziose. Chissà se la blockchain riuscirà anche nell’ardua impresa di avvicinare gli acquirenti più giovani al mercato dei preziosi. Di certo non sarà facile convincere i millennials che un diamante è per sempre, mentre uno smartphone o un videogioco può durare al massimo 3 anni – a causa dell’obsolescenza programmata.

Ma è una sfida che sicuramente vale lo sforzo, considerando che i giovani di oggi saranno gli acquirenti di domani.

Chissà se il diamante potrà essere vissuto in un’ottica più moderna, dinamica, scambiabile e addirittura ridisegnabile. Sganciato finalmente dall’immagine del “gioiello di famiglia che deve essere rinchiuso in cassaforte o regalato alle nuove generazioni solo quando raggiungono l’età adulta, perché è così che si è sempre fatto”.

Ma se questo accadrà, una cosa è certa: il merito sarà tutto delle crypto.

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